L’importanza del tutor
La figura del tutor è troppo spesso sottovalutata nell’ambito della formazione professionale, qualunque sia il settore. Quello socio sanitario non fa eccezione. Eppure per il nostro centro formazione il tutor costituisce il punto di riferimento principale degli studenti ASA e OSS, giovani o meno giovani che siano, non soltanto durante il percorso di studio, bensì e ancora di più nella fase di tirocinio pratico.
Una volta concluso il periodo formativo in aula, i nostri allievi devono affrontare il momento cruciale del tirocinio, il vero primo approccio alla realtà lavorativa: l’inserimento in una unità operativa e l’entrata in contatto con colleghi più esperti, circostanza che può essere destabilizzante per chi non è ancora pienamente consapevole del percorso intrapreso.
È qui che il tutor diviene figura di indirizzo e supporto, assistendo gli studenti nelle loro scelte e aiutandoli a definire il proprio futuro.
Ne parliamo con la nostra tutor della sede di Cocquio Trevisago Giancarla Angeli, una profonda conoscitrice del mondo socio sanitario e nel contempo Responsabile dei servizi No-Core della sede varesina di Fondazione Sacra Famiglia.
Qual è il vantaggio di intraprendere un periodo di studio in aula, in cui si è guidati e fiancheggiati da docenti di primo livello, e assimilare il più possibile da chi ha molta più esperienza?
La nostra scuola vanta un’esperienza pluriennale nella sede di Cocquio Trevisago e per noi è importante prevedere un rapporto quotidiano e un confronto costante con docenti di alto profilo, accuratamente selezionati e facenti parte integrante delle unità operative di Fondazione Sacra Famiglia.
È facile pensare che basti imparare esclusivamente “sul campo” durante il solo periodo di tirocinio, dando meno importanza alla formazione in aula. Ma per noi non è cosi.
Molto diverso è invece affrontare il tirocinio dopo un congruo periodo di studio e di pratica in aula, forti di una sicurezza certamente maggiore perché risultato di un insegnamento che parte dalle basi e conferisce una preparazione a tutto tondo.
In quanto tutor fiancheggi gli studenti nell’intero percorso formativo. A proposito di tirocinio, è proprio qui che il tuo ruolo assume un’importanza di prim’ordine.
Esatto. In quanto persona di riferimento degli studenti affianco ognuno di loro nella scelta del luogo in cui svolgeranno il tirocinio. Dopo aver ricevuto anche un feedback dai docenti, mi occupo di scegliere una unità operativa sulla base delle loro aspirazioni e competenze. Una volta iniziato, mi occupo di andare personalmente a trovare gli allievi nelle unità in cui stanno effettuando il tirocinio e mi confronto con loro e con la struttura ospitante per capire se ci sono delle criticità ed eventualmente risolverle.
Quali sono le difficoltà che riscontri maggiormente con gli studenti con i quali ogni anno ti rapporti?
Lo studente, soprattutto agli inizi del percorso di studi, è spesso disorientato, spaesato e qui interviene il tutor come guida e supporto per meglio inserirsi in un contesto nuovo. Sostanzialmente cerco di essere un riferimento ed un sostegno per lo studente, in termini di gestione dello studio, nella conoscenza delle varie procedure e anche delle difficoltà che si possono riscontrare e che sono, in realtà, parte integrante dell’esperienza di uno studente.
Quali ritieni essere i tuoi principali compiti?
Uno dei compiti principali di un tutor secondo me è quello di fare in modo che gli studenti possano accettare degli ostacoli, aiutandoli a trovare delle soluzioni e favorendo una sempre maggiore autonomia. Mi confronto quotidianamente con studenti che presentano differenti esigenze e credo di poter dire che, indipendentemente da questo, il tutor è, e resta, la figura sulla quale lo studente può contare e che sa essere a disposizione ma che non si sostituisce al docente, quanto piuttosto aiuta lo studente ad entrare nelle dinamiche utili alla buona riuscita dell’impegno di studio intrapreso. Il tutor è l’anello di congiunzione tra lo studente ed il docente, quindi utile per tutto quello che concerne il supporto nello studio della materia, le indicazioni su come approcciarsi a questo e su come incanalare le risorse da investire. Inoltre ritengo estremamente importante strutturare il supporto sulla base della persona che si ha davanti, tenendo conto di quelle che sono le risorse e le differenze individuali che possono essere dettate dall’età, dall’esperienza e dalle peculiarità personali.
Un po’ di numeri. Quanti studenti ASA e OSS segui durante l’arco dell’anno? E Quanto durano i corsi?
Mediamente tra corso ASA e Corso Riqualifica OSS ogni anno formiamo 30/35 studenti. I percorsi formativi sono di 800 ore (Corso ASA) e 400 ore (Corso Riqualifica OSS). Una buona parte di loro negli ultimi anni, una volta terminato il proprio percorso di studi, fa una prima esperienza lavorativa all’interno delle nostre unità operative di Cocquio Trevisago