È da poco passata la mezzanotte del 21 febbraio 2020, quando in Italia viene confermato il primo caso di Covid-19.
Nella notte tra il 21 e il 22 febbraio avviene il ricovero in condizioni disperate al San Matteo di Pavia del “paziente uno”.
Antonio Valitutto all’epoca era un infermiere del reparto di Anestesia e Rianimazione del Policlinico San Matteo di Pavia.
A distanza di quasi 4 anni da quel giorno Antonio ricorda con noi quei momenti
"Gli sguardi dei pazienti che intravedevo dai Cpap, il rumore dei respiratori, i corridoi del Pronto Soccorso strapieni, l’arrivo continuo di ambulanze"
Cosa è accaduto quella notte Antonio?
Quel 21 febbraio siamo stati catapultati in una realtà diversa, non esistevano più reparti, non c’erano più ruoli, ci siamo fin da subito adattati a questa nuova situazione.
Quindi ha curato il "paziente uno"?
Sì, ero tra quegli infermieri che da subito se ne sono occupati e hanno garantito il turnover a oltranza.
Le emozioni e le paure sono le stesse di quei giorni?
Si, ci penso ancora oggi, ogni giorno. Inizialmente non riuscivo a credere che stesse succedendo tutto questo nell’ospedale in cui lavoravo. Abbiamo sin da subito dimesso i pazienti che potevano essere dimessi e nel giro di pochi giorni l’ospedale è stato interamente riconvertito.
Come è cambiato il tuo lavoro in quei giorni?
Gli interventi non urgenti sono stati sospesi. E’ stato aperto un nuovo reparto di rianimazione e sono stati aggiunti ulteriori posti oltre a quelli già esistenti. Per la prima volta noi infermieri, medici e oss abbiamo sperimentato direttamente il distanziamento imposto dal Coronavirus e la solitudine.
Quali sono i sentimenti, le sensazioni, i pensieri che ti correvano in testa quei giorni?
Ricordo bene le telefonate dei pazienti ai coniugi o ai figli prima di essere intubati. La solitudine, il dolore e la paura di non poter vedere i propri cari. Anche io ho provato tutte queste sensazioni. Sono originario di un piccolo paese in provincia di Salerno, Palomonte per la precisione. Ancora ricordo nitidamente le immagini trasmesse da una tv presente in reparto: centinaia di persone si erano precipitate alla stazione Centrale di Milano, prendendo d'assalto l'ultimo treno diretto a sud nel tentativo di eludere le restrizioni. Per un attimo ho pensato anche io di non poter più rivedere i miei genitori.
Antonio Valitutto da qualche giorno è uno dei due nuovi tutor del primo anno del corso di Laurea in Infermieristica della nostra sede di Cesano Boscone
Come sei arrivato qui da noi al Centro Formazione Sacra Famiglia?
Il mio percorso di infermiere parte nel 2014 nel reparto di Anestesia e Rianimazione Cardiopolmonare del San Matteo di Pavia, prosegue con una laurea magistrale in scienze infermieristiche ed ostetriche ed un master in coordinamento per le professioni sanitarie. Nel frattempo ho avuto brevi esperienze in sala operatoria di Aritmologia ed Elettrofisiologia e nel reparto di Cardiochirurgia Pediatrica dell’IRCCS Policlinico San Donato, la mia ultima esperienza lavorativa prima di arrivare qui tra voi! Un mondo quello della cardiochirurgia pediatrica che mi ha insegnato e segnato molto sia come uomo che come professionista.
Ed ora?
Ora mi rimetto in gioco, mettendo a disposizione la mia esperienza e le mie competenze maturate negli anni a tutte le nuove matricole del primo anno del Corso di Laurea in Infermieristica. Sono molto felice di entrare a far parte di questa grande famiglia e di poter essere parte integrante di questo nuovo progetto. Il mio obiettivo principale è quello di dare ai futuri infermieri e infermiere tutti gli strumenti che serviranno loro per affrontare al meglio le numerose e sicuramente complesse future sfide professionali